Spesso chi possiede un tappeto crede, sbagliando, di poter svolgere autonomamente tutte le operazioni di puliziae manutenzione necessarie.
Sono le tradizioni che si tramandano di generazione in generazionea inculcare l’idea che, nelle proprie case, ci sia tutto l’occorrente per lavare da soli questo complemento d’arredo. Ma non è così.
Parlando con Gino Piricò delle Officine del Tappeto, abbiamo cercato di scoprirne di più sull’importanza dell’assistenza di professionisti in questo settore. In realtà, le operazioni che svolgiamo quotidianamente “non riguardano la pulitura del tappeto, che è cosa ben diversa, ma è solo una manutenzione ordinaria.
Il lavaggio professionale”, continua, “non è un optional, ma dovrebbe essere
una scelta obbligata a fini igienici.
Almeno ogni due o tre anni andrebbe infatti eseguita una pulitura per igienizzare il tappeto, affinché le lane e i materiali che lo compongono non si deteriorino”.
Un aspetto molto importante dei trattamenti di pulitura è infatti proprio questo: il loro fine non è unicamente quello di garantire ambienti più salubri nelle
nostre case, ma anche quello di far durare di più i nostri tappeti.
Perché essi si possono deteriorare con la polvere? “Perché
il tappeto ha una struttura a base reticolare; questo reticolato è riempito dai nodi. Negli anni, la sovrapposizione della polvere nella base va a creare uno stato
di rigidità del reticolato che, perdendo la sua elasticità, tende a creare delle microfatture al tappeto, oltre che un problema igienico; dunque, la pulizia
è anche condizione per la salvaguardia del manufatto”.
I PASSAGGI
Perché è importante affidarsi a dei professionisti? “Perché”, come ricorda Piricò, “ogni tappeto, avendo peculiari caratteristiche, deve essere analizzato come un caso a sé stante; non c’è mai un percorso standardizzato, ed è questo che rende differente il nostro lavoro”.
Ma in cosa consiste nella pratica la pulitura? Gino Piricò ci haraccontato come funzionano le cose alle Officine del Tappeto.
“Prima del lavaggio, ogni tappeto viene battuto con un battitore professionale per eliminare il grosso della polvere, che altrimenti, mescolandosi con l’acqua, renderebbe il nostro lavoro più difficile. Successivamente, li laviamo con detergenti specifici, rigorosamente a mano; l’unica macchina che utilizziamo serve a sottrarre il 70-80% d’acqua dal tessuto. Il tappeto semiumido, in caso di temperatura favorevole, viene esposto all’esterno mentre, in situazioni in cui il meteo ci è avverso, viene collocato in camere termoregolate.
Il tappeto in seguito viene spazzolato e ammorbidito; le frange vengono trattate a parte, in quanto rappresentano la parte più delicata. Infine, viene eseguito un controllo di qualità e, se il risultato non ci soddisfa, ripetiamo l’intero ciclo di operazioni, senza che questo incida sul prezzo finale pattuito con il cliente, perché il nostro obiettivo è che il tappeto sia pulito”.
I costi del lavaggio non sono proibitivi: è un’operazione che si svolge ogni due o tre anni, e, a parità di trattamento, il costo non varia all’aumentare del valore del tappeto.
I danni collaterali del fai-da-te
Non servirsi di professionisti e strutture specializzate per il lavaggio dei tappeti
può essere addirittura controproducente.
Come osserva Gino Piricò, le accortezze che bisogna avere in queste operazioni sono molte: “non tutti sarebbero in grado di capire quanto tempo il tappeto può sostarein acqua, quali specifici detergenti usare, quanto
questi debbano agire sulla macchia...”
Un altro problema è quello dello spazio: non tutti hanno la possibilità di farli asciugare all’esterno. Pensiamo poi alla difficoltà di maneggiarli:
Piricò ci ricorda che “un tappeto asciutto pesa 6-7 kg per ogni mq; se a qualcuno venisse in mente di lavarlo a casa, il peso triplicherebbe”.
Vi è, infine, la questione dei prodotti: “spesso e volentieri si usano schiume che si limitano a spingere la polvere ancora più dentro nella trama del tappeto, finendo per peggiorarne lo stato igienico”.
EllEmopsy
Articolo molto interessante
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